“Varvamingo“, leggendariamente considerato progenitore di Torre a Mare, ormai stanco di “viaggiare a piedi” da Noicattaro a Torre a Mare e viceversa, su una strada malfamata e fangosa, fu costretto a trasferirsi in questa grotta, anche per il disagio degli orari di chiusura e riapertura delle porte noiane. Qui viveva solo e dava asilo a quanti fossero sorpresi dalle improvvise tempeste del mare. Di spiccata intelligenza e con grande senso di orientamento Varvamingo, solcando i mari, senza bussola, poteva perdere la rotta; ciò non impediva, però, il suo navigare, che sempre più deciso si svolgeva in una piccola barca a vela con la quale faceva ritorno anche dopo molti mesi. La sete di conoscenza, la forza di volontà, la grande ambizione nello scoprire nuovi mondi, sempre e comunque nel rispetto degli stessi, sono valori indispensabili per una condotta di vita sana ed equilibrata che ben coincidono con la figura di Varvamingo.
Col passar del tempo, moti altri pescatori noiani seguirono il suo esempio, stabilendosi in antiche grotte o piccolo trulli, iniziando a fondare attorno alla torre l’odierna Torre a Mare.
(Piantina toponomastica patrocinata dal Comune di Bari, Distribuzione gratuita, Edizione a cura della Publidany. Prima edizione giugno 2002).